Il Design Thinking come strumento per innovare l’offerta della filiera enogastronomica patavina

Il Design Thinking come strumento per innovare l’offerta della filiera enogastronomica patavina

Il contesto di intervento: le criticità della filiera enogastronomica 

Senza ombra di dubbio quest’ultimo periodo ha visto i principali sistemi imprenditoriali e sociali a contrastare un evento imprevedibile e su cui non vi era possibilità di preparazione e ancora di più di riparo. Uno dei tanti settori che ha subito consistenti ripercussioni è quello vitivinicolo ed enogastronomico, nel quale gioca un ruolo di rilevanza da un punto di vista qualitativo il Comprensorio Euganeo, il quale ha sempre registrato crescenti riconoscimenti in termini di valore intrinseco dei prodotti. Una delle principali peculiarità che contraddistingue questo specifico contesto è costituito da un’importante presenza di imprenditoria giovanile legata sia al cambio generazionale dell’azienda, ma anche allo sviluppo di nuove imprese che portano avanti iniziative innovative in campo agricolo, di trasformazione di prodotti e offerta di servizi. 

Seppure questi elementi costituiscano una risorsa importante sia per la ristorazione che per i commercianti del comparto agroalimentare ed enogastronomico, si riscontra sul territorio un basso livello di rappresentanza del prodotto locale. Tra le differenti cause che hanno portato alla manifestazione di questa condizione ci sono sicuramente elementi che rimandano a criticità intrinseche delle aziende come la gestione del marketing o ancora la competizione sul mercato con i produttori di bevande di tipo analcolico, ma l’elemento principale è dato soprattutto dall’incertezza con la quale in alcuni casi queste imprese si rivolgono ai consumatori finali. Questi ultimi, oltre ad aver subìto un forte disorientamento informativo rispetto al prodotto, presentano un mutamento della tendenza delle proprie scelte di acquisto che si rivelano essere più consapevoli, attente alla qualità del prodotto e orientate alla componente esperienziale dell’offerta.

 

Mutamenti nelle scelte di acquisto dei consumatori

Il cliente sia esso locale o turista desidera sperimentare, provare nuovi prodotti, nuovi cibi. Allo stesso tempo, è molto importante che il cibo, i suoi ingredienti e le bevande ad esso abbinate siano parte dello stile di vita locale e dell’azienda.

Il cliente rivela il bisogno di conoscere ciò che sta dietro i prodotti, orientando la sua attenzione alla provenienza e alle modalità di produzione, nella formula “dalla fattoria alla tavola”. In questo senso la conoscenza porta ad agire. Quanto più il consumatore è consapevole del patrimonio enogastronomico del luogo in cui vive, tanto più sarà propenso a ricercare esperienze a tema in quel dato territorio.

Fino a poco tempo fa il mercato enogastronomico si è rivolto maggiormente alla Generazione X (i nati tra  il 1965 e il 1980) e ai Boomers  (i nati tra  il 1946 e il 1964), ossia persone di età più elevata e con maggiore disponibilità e certezza di reddito. Oggi il segmento di azione è più che mai trasversale interessando più generazioni tra cui i Millennials (i nati tra  il 1981 e il 1996) e la Generazione Z  (i nati tra  il 1997 e il 2012). Nello specifico, quest’ultima si rivela estremamente importante se guardiamo al caso padovano come uno dei pochi esempi in Italia di città “campus” universitaria, con la presenza in ateneo di importanti corsi di laurea dedicati alle Scienze e Tecnologie Alimentari.

 

Gli elementi per superare le sfide del contesto

Alla luce degli elementi di transizione del contesto, le imprese di questo specifico settore dovranno necessariamente intraprendere un percorso che le aiuti a cogliere sin da subito i cambiamenti in atto, ripensando alla propria proposta di valore in relazione ai propri clienti e investendo in strumenti digitali allo scopo di mantenere e rinsaldare le relazioni, non solo con gli attori principali della filiera ma soprattutto con i clienti finali. Esempio ne danno i vari rappresentanti del mondo della ristorazione che hanno saputo riconvertirsi grazie all’utilizzo di contenuti e servizi promossi attraverso gli attuali strumenti e canali digitali.

 

Il progetto “WiNet”

Nel corso dell’ultimo anno, con il team di Train de Vie Factory si è lavorato ad un progetto orientato ad intervenire sui principali aspetti di criticità di questo comparto economico e produttivo allo scopo di accompagnare le aziende partner verso un processo di innovazione della filiera vitivinicola padovana in una logica di collaborazione reciproca e una ridefinizione di significato della propria proposta di valore in relazione all’attuale contesto di transizione del mercato.

Più in particolare, attraverso interventi consulenziali dedicati a produttori ed enoteche si è operato per ri definire l’identità della singola azienda allo scopo di rafforzare il senso di appartenenza, di credibilità, la cultura e la sua storia valorizzandone le produzioni/lavorazioni tramite un processo di accompagnamento all’innovazione tecnologica e allo sviluppo di reti e dinamiche collaborative in grado di generare valore diffuso e sostenibile per il territorio e i consumatori finali.

 

Il Design Thinking come metodo per co-progettare il cambiamento: il caso dell’Azienda Agricola Scarpon

Uno dei diversi percorsi di consulenza che abbiamo sviluppato ha visto il coinvolgimento di una delle aziende agricole di spicco del Comprensorio Euganeo per la sua particolare proposta di valore: l’Azienda Agricola Scarpon.

Questa azienda a conduzione familiare nasce circa trent’anni fa ad Arquà Petrarca. La loro oltre ad essere una passione e un lavoro, è anche rispetto per la natura, per i prodotti del territorio e soprattutto la valorizzazione di un frutto simbolo della zona di Arquà Petrarca: la giuggiola

Negli anni la specializzazione di questa azienda ha dato vita ad innumerevoli prodotti di eccellenza, che consentono di far apprezzare anche le rarità spontanee dei Colli Euganei,  dal famoso Brodo di Giuggiole alle conserve, dall’Estrgone ai “sugoli” l’azienda Scarpon primeggia per tipologia e quantità di prodotti, oltre ad offrire sempre un’elevata qualità.

All’interno del progetto l‘azienda ha visto l’opportunità per poter innovare ed essere supportata nello sviluppo di nuove idee per il proprio business tra cui la riprogettazione del packaging per il Brodo di Giuggiole e le confetture, la progettazione di uno spazio laboratoriale per far vivere ai clienti l’esperienza delle particolari pratiche di produzione dell’azienda e la creazione di un sistema in grado di supportare i clienti nella ricerca dei prodotti Scarpon a edizione limitata.  

Attraverso l’approccio metodologico del Design Thinking si è accompagnata l’impresa nell’identificazione delle necessità e dei bisogni dei diversi segmenti di clientela di riferimento, andando a mappare i principali passaggi che portano i clienti a compiere una determinata scelta di acquisto.

Un lavoro necessario che ha permesso di focalizzare l’attività progettuale e sviluppare delle soluzioni ad alto contenuto esperienziale in risposta alle esigenze dei segmenti di clientela analizzati e che potranno contribuire a rendere questa realtà ancora più innovativa e pronta per affrontare i continui cambiamenti del contesto.

 

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